Eziologia
L’agente eziologico della febbre bottonosa del Mediterraneo è rappresentato da Rickettsia conorii (da A. Conor) e da altri microrganismi strettamente correlati. La R.Conorii presenta una forma coccobacillare, si moltiplica per fissione binaria, à un parassita endocellulare obbligato
Il vettore principale della febbre bottonosa del Mediterraneo è Rhipicephalus sanguineus, zecca dura, parassita abituale del cane e di altri animali domestici e selvatici (conigli e lepri, ma anche ovini, caprini e bovini).
La malattia nell’uomo
La febbre bottonosa del Mediterraneo può presentarsi con vari gradi di severità e con una durata compresa tra i pochi giorni e le due settimane. Il periodo di incubazione, dopo la puntura infettante, va da 5 a 7 giorni. L’esordio è improvviso, con sintomi di tipo simil-influenzale (febbre di grado moderato-elevato accompagnata da brividi, cefalea retrorbitale, astenia, malessere generale). In 3a-5a giornata compare un esantema maculo-papuloso ad andamento centripeto, che interessa anche le piante dei piedi ed i palmi delle mani, espressione della vasculite provocata dall’infezione. Nella maggior parte dei casi è chiaramente visibile, in corrispondenza del morso della zecca, un’area ulcero-necrotica del diametro di 2- 3 mm
con una zona centrale nera (segno della “tache noire”) e un alone rosso. Talvolta i linfonodi regionali possono essere tumefatti e dolenti.
Anche in assenza di terapia la letalità della febbre bottonosa è molto bassa (inferiore al 3%); la letalità può tuttavia essere più alta in soggetti con condizioni di salute già compromesse.
Complicazioni della febbre bottonosa possono manifestarsi a carico dell’apparato cardiovascolare, renale, del SNC.
Il trattamento antibiotico determina la risoluzione delle manifestazioni febbrili, nelle forme non complicate, nel giro di 2-3 giorni.
Le metodiche di laboratorio più appropriate per la diagnosi di Rickettsiosi sono rappresentate dalla immunofluorescenza indiretta su siero, dal metodo immunoenzimatico, dalla immunofluorescenza diretta su campioni bioptici. Il test di Weil-Felix, basato sulla sieroagglutinazione di ceppi di Proteus Ox19, Ox2, oppure OxK, è poco sensibile oltre che poco specifico; può avere valore, ai fini della conferma diagnostica di rickettsiosi, solo qualora venga dimostrato un aumento significativo (pari o superiore a 4 volte) del titolo anticorpale tra la fase acuta e la fase di convalescenza della malattia. La decisione di iniziare il trattamento antibiotico dovrebbe essere presa sulla base della diagnosi clinica, senza attendere la conferma di laboratorio. Per la conferma di laboratorio della diagnosi di febbre bottonosa, oltre all’ isolamento dell’agente infettivo da appropriati campioni biologici, alla positività della reazione di immunofluorescenza diretta in biopsie cutanee o in reperti autoptici e al sopracitato incremento del titolo anticorpale tra la fase acuta e quella di convalescenza, può essere preso in considerazione un titolo anticorpale, in un singolo campione di siero, superiore o uguale a 1:64, se determinato con immuno-fluorescenza indiretta.
Epidemiologia
Le rickettsiosi (diverse dal tifo esantematico) costituiscono un gruppo eterogeneo di malattie con diffusione epidemica o endemica in diversi paesi del mondo. In natura provocano infezioni in diverse specie animali, la malattia viene trasmessa occasionalmente all’uomo da artropodi vettori; tra queste, la febbre bottonosa del Mediterraneo è la più diffusa nel bacino del Mediterraneo ed in Italia. Osservando la distribuzione dei casi per regione, appare evidente come alcune regioni dell’Italia centro-meridionale ed insulare appaiano particolarmente interessate dalla rickettsiosi. Il sesso maschile appare costantemente più colpito rispetto a quello femminile, con un rapporto medio maschi/femmine pari ad 1,5. In oltre l’80% dei casi, le notifiche sono relative a casi insorti nel secondo semestre dell’anno, nel periodo che va da luglio ad ottobre. Nel periodo 1992-1998 sono stati notificati, al Ministero della Sanità, circa 1200 casi all’anno di rickettsiosi, con un tasso di morbosità medio pari a 2,1 casi per 100.000 abitanti. Nel periodo 1999 – 2001 le notifiche in Piemonte sono state 93, con un tasso di incidenza di 2.17.
La malattia ha un andamento stagionale, legato alla biologia delle zecche, con un picco compreso tra i mesi di maggio e settembre.
Le rickettsiosi diverse da tifo esantematico sono soggette a notifica obbligatoria secondo le modalità previste dal D.M. 15 dicembre 1990, che le inserisce tra le malattie di Classe II.
Trasmissione
Si ritiene che la maggior parte delle zecche ixodine ( generi Rhipicephalus, Dermacentor, Haemaphysalis, Amblyomma, Ixodes ) presenti in Africa e nel bacino del Mediterraneo siano in grado di ospitare R. Conorii e quindi di essere il potenziale veicolo di trasmissione della malattia. Nell’ area del Mediterraneo occidentale, Francia e Italia , un ruolo predominante nel contagio umano e nell’epidemiologia della Febbre Bottonosa è quello assunto da Rhipicephalus Sanguineus parassita abituale del cane. La zecca è in grado di rimanere infettante per lunghi periodi, sino a diciotto mesi. La trasmissione di R. Conorii avviene anche per via transovarica e transtadiale determinando un amplificazione dell’infezione.
Prevenzione
Impedire che gli artropodi vettori possano mordere l’uomo infettandolo
Lotta alle zecche
pulizia delle aree verdi, rimozione delle foglie secche, degli arbusti, taglio dell’erba, giardini
riassetto dei terreni, aratura e fresatura, antiparassitari
Controllo degli animali
pulizia e igiene dei ricoveri e luoghi di detenzione
utilizzo di repellenti e antiparassitari
percauzioni nei contatti con i cani “rurali” e con animali selvatici
Controllo personale
indumenti idonei ad impedire il contatto delle zecche con la cute
controllo della cute e degli indumenti dopo essere stati in zone a rischio (sentieri con erba alta, zone incolte)
eventuale utilizzo di sostanze repellenti
corretta rimozione della zecca in caso di puntura