Il carbonchio è una malattia infettiva acuta causata dal batterio Bacillus anthracis, un germe gram-positivo, capsulato, non mobile e sporigeno. Le spore possono sopravvivere a lungo nell’ambiente, gli oggetti e il suolo contaminati possono rimanere infettanti anche per decenni.
Si tratta di una malattia che colpisce soprattutto gli animali erbivori, ma può interessare anche l’uomo. Di solito gli uomini acquisiscono la malattia per contatto con animali infetti, soprattutto durante la lavorazione di derivati animali quali pelo, pelle, lana e ossa; per questo il carbonchio è frequente nelle zone agricole in cui la malattia è comune nel bestiame. A differenza di altre zone geografiche (ad esempio gli USA) in cui la malattia tra gli animali è stata eliminata, in Italia fino a tempi recenti si sono verificati casi di carbonchio animale e occasionalmente viene registrato anche qualche caso umano.
La trasmissione diretta dell’infezione da persona a persona è estremamente rara.
La malattia nell’uomo
Nell’uomo, esistono tre forme cliniche della malattia: la forma respiratoria, la forma cutanea e la forma gastrointestinale. Il tempo di incubazione varia da poche ore a 7 giorni.
Carbonchio cutaneo
L’infezione avviene per contatto con animali ammalati, loro pelli e derivati, terra e fertilizzanti provenienti da siti contaminati e forse anche tramite insetti ematofagi.
Il primo sintomo è il prurito che si verifica nella zona cutanea esposta al contagio in seguito (12-36 ore) compare una papula e quindi una vescicola che in 2 – 6 giorni si trasforma in un escara infossata, nera e necrotica solitamente non dolorosa, circondata dalle vescicole che contengono i batteri. Le localizzazioni più frequenti sono al capo, mani e avambracci. Le infezioni locali possono diffondersi ai linfonodi regionali attraverso i quali il bacillo può passare nel circolo sanguigno determinando una grave setticemia. L’antrace diffuso può determinare un edema voluminoso. La mortalità per l’antrace cutaneo non trattato è intorno al 5 – 20%.
L’esame microscopico e la coltura delle lesioni cutanee evidenziano i bacilli gram-positivi (non le spore) tipici dell’antrace. Gli anticorpi fluorescenti specifici confermano la diagnosi.
Carbonchio da inalazione
Il contagio avviene inalando spore durante le lavorazioni di lane, pellami o farine di ossa contaminati.
Inizialmente la malattia ha sintomi aspecifici ed è simile ad altre patologie delle vie aeree superiori con affaticamento, febbre e emicrania. I segni clinici che distinguono l’antrace da inalazione sono rappresentati dal dolore alla cassa toracica, tosse, sudore abbondante in seguito insufficienza respiratoria e shock. La diagnosi dell’antrace è spesso tardiva per questo il tasso di mortalità è molto alto ( fino al 95%) anche quando la malattia è tratta adeguatamente.
Carbonchio da ingestione
Molto raro e di difficile diagnosi salvo quando si manifesta in tossinfezioni alimentari epidemiche. I sintomi sono rappresentati da disturbi intestinali, nausea, anoressia, vomito e febbre seguiti da setticemia e morte (la mortalità è intorno al 50%). Talvolta la malattia può manifestarsi come carbonchio primario a localizzazione orofaringea
Terapia
Gli antibiotici sono efficaci nel curare la malattia, e quelli di prima scelta sono la· ciprofloxacina, doxiciclina e amoxicillina.. Il trattamento antibiotico è efficace anche nel prevenire la malattia. Siccome l’antrace non si trasmette da persona a persona, il trattamento preventivo non è indicato per chi ha avuto contatti con una persona ammalata, come i familiari, gli amici o i colleghi di lavoro, a meno che questi non siano stati esposti alla stessa fonte di infezione.
La malattia negli animali
Le fonti di infezione sono rappresentate da: suolo, foraggio, farine di carne, acqua contaminata da concerie, escreti infetti o altro materiale. Esiste la possibilità di contaminazione di una zona anche attraverso insetti, uccelli spazzini ( gabbiani, rapaci, corvi che trasportano le spore), cani e feci di animali infetti. I bovini e le pecore sono più sensibili all’infezione, lo sono meno cavalli e capre mentre cani, gatti e suini sono più resistentiIndirettamente il clima influenza la diffusione, piogge dopo siccità o viceversa, temperatura ambientale superiore ai 15°. Nell’acqua le spore che galleggiano, si concentrano e rimangono sulla superficie del suolo quando l’acqua evapora. Nei pascoli estivi la siccità indurisce le stoppie di foraggio che possono ferire la mucosa degli erbivori.
BOVINI E PECORE
Forma Peracuta
Morte senza segni premonitori (1-2 ore di malattia). Febbre, tremori muscolari, dispnea, congestione delle mucose, emorragie dalle aperture naturali.
Forma Acuta
Morte in 48 ore, depressione, a volte eccitamento. Temperatura di 42 °C, respiro rapido o profondo, mucose congeste, emorragiche, tachicardia, anoressia, atonia dei prestomaci, aborto, caduta produzione con latte emorragico, diarrea. Presenza di edema alla lingua, gola, sterno, perineo e fianchi.
SUINI
Forma acuta o subacuta
Ottundimento, febbre, anoressia, edema caldo e indolente della gola e del muso. Difficoltà respiratorie, schiuma emorragica, petecchie emorragiche su cute, diarrea a volte senza edema a livello della giogaia.
Forma polmonare
Avviene per inalazione di spore, determina una polmonite lobare e pleurite essudativa la morte avvienr in 12 – 36 ore.
CAVALLI
La malattia si presenta in forma acuta se il contagio avviene per ingestione i sintomi sono enterite, colica e setticemia. Se il contagio avviene tramite insetti si verifica un rigonfiamento sottocutaneo caldo e dolente. In ogni caso subentrano febbre e depressione e la morte sopraggiunge in 48-96 ore.
Epidemiologia
La malattia è rara nei paesi industrializzati e rappresenta un rischio professionale per i lavoratori che manipolano pelli, peli e lane (soprattutto di ovini) e per allevatori e veterinari che vengono a contatto con animali infetti. L’infezione umana è presente nei paesi in cui si riscontra la malattia negli animali; America centrale e meridionale, Asia, Africa, sud e est Europa. Il carbonchio è considerato una possibile arma biologica perché le spore possono essere disseminate per via aerea, tuttavia la dose di spore necessaria per un attacco biologico è estremamente elevata, in questo malaugurata ipotesi la malattia potrebbe avere caratteristiche epidemiologiche insolite.
Prevenzione
Poichè nella gran parte dei casi la malattia viene contratta per contatto diretto con materiale animale infetto (pelli. lana, peli, ossa, sangue, ecc.) contenente spore. Le regole principali sono: fare molta attenzione nell’acquisto e nella manipolazione di pelli o di altre patri di animali; non toccare carcasse di animali; non mangiare carne di animali morti dopo malattia.
La vaccinazione nel nostro paese non è in genere indicata.
Bibliografia
Control of Communicable Diseases in Man – Manuale per il controllo delle malattie trasmissibili; 17a edizione pubblicata dalla American Public Health Association;A cura di James Chin, MD, MPH; anno 2000; DEA editrice