Per episodio di tossinfezione alimentare si intende qualsiasi focolaio epidemico correlato all’assunzione di alimenti in cui due o più persone presentino segni di malattia, ad eccezione della intossicazione da Clostridium botulinum, da funghi e da altri agenti tossici naturali o chimici in cui è sufficiente la presenza di un solo caso. Nelle tossinfezioni alimentari il cibo può agire sia come vettore di microorganismi in attiva fase di crescita che come veicolo passivo di agenti che non si replicano (batteri, virus, protozoi) o di tossine biologiche o chimiche.
Negli Stati Uniti si stima che ogni anno si verifichino da 6,5 a 33 milioni di casi di tossinfezioni alimentari, che causano circa 9.000 decessi.
I sette principali patogeni che si ritrovano nei prodotti di origine animale (Campylobacter jejunì, Clostridium perfrigens, E. coli 0157:H7, Listeria monocytogenes, Salmonella, Staphylococcus aureus, Toxoplasma gondii) sono responsabili annualmente da 3,3 fino a 12,3 milioni di casi di tossinfezioni alimentari, con 3.900 decessi ed un costo stimato da 6,5 a 34 bilioni di dollari (spese sanitarie + mancata produttività lavorativa del malato)1. Ogni anno in Italia vengono notificati 23.000 casi di salmonellosi, pari a 41,3 ogni 100.000 abitanti. Nella sola regione Piemonte sì sono verificati nel 1997 45 focolai epidemici di tossinfezione alimentare, che hanno interessato circa 1.400 persone.